sabato 3 aprile 2010

Ciao Maurizio!

Ricordo ancora con il sorriso l'estate del 2005. Ero in piena crisi spirituale. I capelli biondissimi e tanta speranza per il futuro, ma anche tanta paura. Sembrava quasi che tutto quello che avevo costruito stesse crollando, non ero più sicura di niente, di me, del mio futuro e di quello che sarebbe successo. E nel frattempo c'era la tesi da scrivere e 3 esami da dare prima della laurea.

Però io ero e lo sono ancora, una persona molto testarda, così mandai il curriculum ad Antenna 3 perché sentivo che trovare lavoro mi avrebbe aiutato a fare chiarezza, ero stufa di starmene con le mani in mano.
E mi presero, sorprendentemente mi presero: un'intera estate di lavoro, il primo stipendio, piccolo, ma niente male in fondo. E dalle 16 alle 24 a occuparmi di calcio, una delle mie grandi passioni.
Credo che una delle poche persone che mi apprezzasse in quel periodo, così giovane, inesperta e goffa, fosse proprio Maurizio Mosca. Lui, che se ne stava lì nel suo ufficio a fare telefonate chissà a chi, senza usare internet e il computer, ma con la sua vecchia macchina da scrivere. E poi guai se mancavano i suoi pennarellini neri con cui scriveva la scaletta a mano e poi di corsa via a copiare (e interpretare) la scaletta al computer!
Ricordo ancora con il cuore in gola il primo collegamento telefonico: io che a malapena sapevo fare un trasferimento di chiamata ho dovuto chiamare Moggi, sperando di non sbagliare, di non dire castronerie e sperando che tutto funzionasse.
Ricordo quando entravo nel suo ufficio e scherzando diceva: "Barbarella, Barbarella... tu sì che sei una brava ragazza". Ricordo quando ogni tanto, ma sempre con toni consoni al suo personaggio, e teneramente, si arrabbiava.
Durante quei mesi caldissimi cercai di tener nascosto che uno stagista era il mio fidanzato, ma la notizia trapelò, inesorabilmente, dopo qualche tempo. E così quando lo seppe Maurizio, un giorno mi chiamò nel suo ufficio e, con una lungimiranza incredibile mi disse "Barbarella, che cosa aspetta, lui sì che è un bravo ragazzo: se lo sposi!". E così, alla fine, è successo.

Ciao Maurizio, ci mancherai.

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